La venerazione per la Santa madre del Signore

La pietà popolare verso la beata Vergine, varia nelle sue espressioni e profonda nelle sue motivazioni, è un fatto ecclesiale rilevante e universale. Essa sgorga dalla fede e dall’amore del popolo di Dio verso Cristo, Redentore del genere umano, e dalla percezione della missione salvifica che Dio ha affidato a Maria di Nazaret, per cui la Vergine non è solo la Madre del Signore e del Salvatore ma anche, sul piano della grazia, la Madre di tutti gli uomini.

Infatti «i fedeli comprendono facilmente il legame vitale che unisce il Figlio alla Madre. Sanno che il Figlio è Dio e che lei, la Madre, è anche loro madre. Intuiscono la santità immacolata della Vergine e, pur venerandola quale regina gloriosa in cielo, sono tuttavia sicuri che essa, piena di misericordia, intercede in loro favore e quindi implorano con fiducia il suo patrocinio. I più poveri la sentono particolarmente vicina. Sanno che essa fu povera come loro, che soffrì molto, che fu paziente e mite. Sentono compassione per il suo dolore nella crocifissione e morte del Figlio, gioiscono con lei per la risurrezione di Gesù. Celebrano con gioia le sue feste, partecipano volentieri alle processioni, si recano in pellegrinaggio ai santuari, amano cantare in suo onore, le offrono doni votivi. Non tollerano che qualcuno la offenda e istintivamente diffidano di chi non la onora».

La Chiesa stessa esorta tutti i suoi figli – sacri ministri, religiosi, fedeli laici – a nutrire la loro pietà personale e comunitaria anche con pii esercizi, che essa approva e raccomanda. Il culto liturgico, infatti, nonostante la sua importanza oggettiva e l’insostituibile valore, l’efficacia esemplare e il carattere normativo, non esaurisce tutte le possibilità espressive della venerazione del popolo di Dio verso la santa Madre del Signore. […]

Questo fatto evidenzia il rapporto esistente tra Liturgia e pii esercizi e come questi ultimi trovino il loro momento culminante nella celebrazione della festa. In quanto liturgica, la festa si rapporta alla storia della salvezza e celebra un aspetto dell’associazione della Vergine Maria al mistero di Cristo. Essa, pertanto, deve essere celebrata secondo le norme della Liturgia e nel rispetto della gerarchia tra “atti liturgici” e “pii esercizi” connessi. […]

Appunto perché momento culminante, la festa di solito è preceduta e preparata da un triduo, un settenario o una novena. Questi “tempi e modi della pietà popolare” si devono svolgere in armonia coi “tempi e modi della Liturgia”.

Tridui, settenari, novene possono costituire occasione propizia non solo per dare vita a pii esercizi in onore della beata Vergine, ma anche per offrire ai fedeli una visione adeguata sul posto che ella occupa nel mistero di Cristo e della Chiesa e sulla funzione che in esso svolge.

I pii esercizi infatti non possono restare estranei alle progressive acquisizioni della ricerca biblica e teologica sulla Madre del Salvatore, anzi devono divenire, senza che ne sia alterata la natura, mezzo catechetico per la testimonianza e la diffusione di esse.Tridui, settenari, novene prepareranno veramente la celebrazione della festa, se i fedeli saranno stimolati ad accostarsi ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia e a rinnovare il loro impegno cristiano sull’esempio di Maria, la prima e più perfetta discepola di Cristo.