SECONDA SETTIMANA
DI FRONTE ALL’ALTRO E ALLA VITA
“Senza coerenza non è possibile educare!” (7 giugno 2014)
- 8 NOVEMBRE: Educhiamoci a relazioni rispettose
Ciò che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona è innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche. Siamo perciò chiamati a pensare, parlare e scrivere dell‘altro in modo rispettoso, non solo in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o diffamazione. Per ottenere questo scopo, hanno un ruolo da svolgere le famiglie, le scuole, l‘insegnamento religioso e ogni genere di mezzi di comunicazione sociale. Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in ogni relazione umana, specialmente tra persone che professano una credenza religiosa. È così che può crescere un‘amicizia sincera e duratura. (10 luglio 2013)
- 9 NOVEMBRE: Custodisci Cristo, custodisci il fratello, custodisci il creato
Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è “custode“, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! (19 marzo 2013)
- 10 NOVEMBRE: Rispetta ogni coscienza!
La collaborazione tra Pastori e famiglie si estende anche al campo dell‘educazione. Già per se stessa, la famiglia che adempie bene alla sua missione nei confronti dei suoi membri è una scuola di umanità, di fraternità di amore, di comunione, che prepara dei cittadini maturi e responsabili. Una aperta collaborazione tra realtà ecclesiale e famiglia, favorirà la maturazione di uno spirito di giustizia, di solidarietà, di pace e anche di coraggio nelle proprie convinzioni. Si tratta di sostenere i genitori nella responsabilità di educare i figli, tutelando il loro imprescindibile diritto a dare ai figli l‘educazione che ritengono più idonea. I genitori, infatti, rimangono i primi e principali educatori dei loro figli, pertanto hanno il diritto di educarli in conformità alle loro convinzioni morali e religiose. (3 ottobre 2014)
- 11 NOVEMBRE: Un bambino non è la mia cavia
Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico“. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione. (11 aprile 2014)
- 12 NOVEMBRE: Sii persona libera, ma capace di servire
Vorrei fermarmi su due valori fondamentali: la libertà e il servizio. Anzitutto: siate persone libere! Che cosa voglio dire? Forse si pensa che libertà sia fare tutto ciò che si vuole; oppure avventurarsi in esperienze-limite per provare l‘ebbrezza e vincere la noia. Questa non è libertà. Libertà vuoi dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuoi dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene. E in questo non abbiate paura di andare controcorrente, anche se non è facile! Essere liberi per scegliere sempre il bene è impegnativo, ma vi renderà persone che hanno la spina dorsale, che sanno affrontare la vita, persone con coraggio e pazienza (parresia e ypomone). La seconda parola è servizio. Abituatevi a non chiudervi in voi stessi o nel vostro piccolo mondo, ma ad aprirvi agli altri, specialmente ai più poveri e bisognosi, a lavorare per migliorare il mondo in cui viviamo. Siate uomini e donne con gli altri e per gli altri, dei veri campioni nel servizio agli altrI. (7 giugno 2013)
- 13 NOVEMBRE: Convèrtiti alla comunione!
Dobbiamo fare seriamente un esame di coscienza. In una comunità cristiana, la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la rende segno non dell‘opera di Dio, ma dell‘opera del diavolo, il quale è per definizione colui che separa, che rovina i rapporti, che insinua pregiudizi…
La divisione in una comunità cristiana, sia essa una scuola, una parrocchia, o un‘associazione, è un peccato gravissimo, perché è opera del diavolo. Dio, invece, vuole che cresciamo nella capacità di accoglierci, di perdonarci e di volerci bene, per assomigliare sempre di più a Lui che è comunione e amore. In questo sta la santità della Chiesa: nel riconoscersi ad immagine di Dio, ricolmata della sua misericordia e della sua grazia.
Cari amici, facciamo risuonare nel nostro cuore queste parole di Gesù: «Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Chiediamo sinceramente perdono per tutte le volte in cui siamo stati occasione di divisione o di incomprensione all‘interno delle nostre comunità, ben sapendo che non si giunge alla comunione se non attraverso una continua conversione.
Che cos‘è la conversione? È chiedere al Signore la grazia di non sparlare, di non criticare, di non chiacchierare, di volere bene a tutti. È una grazia che il Signore ci dà. Questo è convertire il cuore E chiediamo che il tessuto quotidiano delle nostre relazioni possa diventare un riflesso sempre più bello e gioioso del rapporto tra Gesù e il Padre. (27 agosto 2014)
- 14 NOVEMBRE: Il prossimo non è il tuo avversario da eliminare
L‘orizzonte della fraternità rimanda alla crescita in pienezza di ogni uomo e donna. Le giuste ambizioni di una persona, soprattutto se giovane, non vanno frustrate e offese, non va rubata la speranza di poterle realizzare. Tuttavia, l‘ambizione non va confusa con la prevaricazione. Al contrario, occorre gareggiare nello stimarsi a vicenda. Anche nelle dispute, che costituiscono un aspetto ineliminabile della vita, bisogna sempre ricordarsi di essere fratelli e perciò educare ed educarsi a non considerare il prossimo come un nemico o come un avversario da eliminare. La fraternità genera pace sociale perché crea un equilibrio fra libertà e giustizia, fra responsabilità personale e solidarietà, fra bene dei singoli e bene comune. Una comunità politica deve, allora, agire in modo trasparente e responsabile per favorire tutto ciò. I cittadini devono sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà. Invece, spesso, tra cittadino e istituzioni, si incuneano interessi di parte che deformano una tale relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto. (1 gennaio 2014)
A MARIA, DONNA DELL‘ASCOLTO
Maria, donna dell’ascolto,
rendi aperti i nostri orecchi;
fa’ che sappiamo ascoltare la Parola
del tuo Figlio Gesù
tra le mille parole di questo mondo;
fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo,
ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera,
bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione,
illumina la nostra mente e il nostro cuore,
perché sappiamo obbedire alla Parola
del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti;
donaci il coraggio della decisione,
di non lasciarci trascinare
perché altri orientino la nostra vita.
(31 maggio 2013)
MEDITANDO LA MIA SETTIMANA EDUCAZIONE DEL CUORE
Se la formazione interiore nasce da un ascolto di sé e della Parola e da una “messa in comunione”, ecco che nella riflessione di questa seconda settimana papa Francesco ci porta a interrogarci sulla relazione con gli altri, con le cose, con il creato. Libertà, rispetto, comunità, servizio, custodia, fraternità sono le parole chiave della coscienza cristiana “ben educata”.
I sette inviti
- Educhiamoci a relazioni rispettose
- Custodisci Cristo, custodisci il fratello, custodisci il creato
- Rispetta ogni coscienza!
- Un bambino non è la mia cavia
- Sii persona libera, ma capace di servire
- Convèrtiti alla comunione!
- Il prossimo non è il tuo avversario da eliminare
LE MIE RIFLESSIONI