QUARTA SETTIMANA

EDUCARE, FRA PASSATO E FUTURO

«Incoraggiatevi a cercare nuove forme di educazione non convenzionali

secondo “le necessità dei luoghi, dei tempi e delle persone». (28 febbraio 2014)

 

  • 22 NOVEMBRENon dimenticare che l’educazione nasce nella tua famiglia

La famiglia rimane sempre la cellula della società, e il luogo primario delleducazione. È la comunità damore e di vita in cui ogni persona impara a relazionarsi con gli altri e con il mon­do; e grazie alle basi acquisite in famiglia è in grado di proiettarsi nella società, di frequentare positivamente altri ambienti formativi, come la scuola, la parrocchia, le associazioni… Così, in questa integrazione tra le basi assimilate in famiglia e le esperienze “esterne” impariamo a trovare la nostra strada nel mondo. Tutte le vocazioni muovono i primi passi in famiglia, e ne portano l’impronta per tutta la vita. Per voi genitori cristiani la missione educativa trova una sua specifica sorgente nel Sa­cramento del matrimonio, per cui il compito di allevare i figli costituisce un vero e proprio ministero nella Chiesa. Non solo però i genitori verso i figli, ma anche i figli verso i loro fratelli e verso gli stessi genitori hanno un certo compito educativo, quello dellaiuto reciproco nella fede e nel bene. Accade a volte che un bambino con il suo affetto, con la sua semplicità, sia in grado di rianimare tutta una famiglia. Dialogo tra i coniugi, ascolto e confronto reciproco sono elementi essenziali perché una famiglia possa essere serena e feconda. (8 novembre 2014)


  •  23 NOVEMBRE: Coltiva unabitudine di condotta

 Il primo criterio delleducazione è che educare non è soltanto trasmettere conoscenze, trasmettere contenuti, ma implica altre dimensioni: trasmettere contenuti, abitudini e senso dei valori, le tre cose insieme. Per trasmettere la fede bisogna creare l’abitudine di una condotta; bisogna creare la recezionedei valori, che la preparino e la facciano crescere;e bisogna dare anche dei contenuti di base.Se vogliamo trasmettere la fede soltanto con icontenuti, allora sarà solo una cosa superficiale oideologica, che non avrà radici. La trasmissione dev’essere di contenuti con valori, senso dei valori e abitudini, abitudini di condotta. I vecchi propositi dei nostri confessori quando eravamo ragazzi: “Allora, questa settimana fate questo, questo e questo…; e ci stavano creando unabitudine di condotta; e non solo i contenuti, ma i valori. In questo quadro deve muoversi la trasmissione della fede. Tre pilastri. (28 febbraio 2014)


  •  24 NOVEMBRE: Non perdere la memoria, guida le tue utopie, discerni il presente!

 Unaltra cosa che è importante per la gioventù, da trasmettere alla gioventù, anche ai bambini ma soprattutto ai giovani, è la buona gestione dell’utopia. Noi, in America Latina, abbiamo avuto esperienza di una gestione non del tutto equilibrata dell’utopia e che in qualche luogo, in alcuni luoghi, non in tutti, e in qualche momento ci ha travolto. Almeno nel caso dellArgentina possiamo dire quanti ragazzi dellAzione Cattolica, per una cattiva educazione dell’utopia, sono finiti nella guerriglia degli anni Settanta… Saper gestire lutopia, ossia saper guidare – “gestire” è una brutta parola – saper guidare e aiutare a far crescere l’utopia di un giovane, è una ricchezza. Un giovane senza utopia è un vecchio precoce, che è invecchiato prima del tempo. Come posso far sì che questo desiderio che ha il ragazzo, che questa utopia lo porti all’incontro con Gesù Cristo? È tutto un percorso che bisogna fare. Mi permetto di suggerire quanto segue. Una utopia, in un giovane, cresce bene se è accompagnata da memoria e discernimento. Lutopia guarda al futuro, la memoria guarda al passato, e il presente si discerne. Il giovane deve ricevere la memoria e piantare, radicare la sua utopia in quella memoria; discernere nel presente la sua utopia – i segni dei tempi – e allora sì lutopia va avanti, ma molto radicata nella memoria e nella storia che ha ricevuto; discernevano il presente maestri di discernimento – ne avevano bisogno per i giovani -, e già proiettata verso il futuro. Allora lemergenza educativa ha già lì un alveo per muoversi a partire da ciò che è più proprio del giovane, che è l’utopia. (28 febbraio 2014)


  •  25 NOVEMBRE: Ricevi la memoria da chi ti è maestro

Lincontro dei ragazzi e dei giovani con i nonni è decisivo per ricevere la memoria di un popolo e il discernimento sul presente: essere maestri del discernimento, consiglieri spirituali. E qui è importante, riguardo alla trasmissione della fede dei giovani, lapostolato corpo a corpo. Il discernimento sul presente non si può fare se non con un buon confessore, un buon direttore spirituale che abbia la pazienza di stare ore e ore ad ascoltare i giovani. Memoria del passato, discernimento sul presente, utopia del futuro: in questo schema cresce la fede di un giovane. (28 febbraio 2014)


  •  26 NOVEMBRE: Non cercare i morti, cerca Colui che vive!

 Non è facile essere aperti a Gesù. Non è scontato accettare la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi. Il Vangelo ci fa vedere diverse reazioni: quella dellapostolo Tommaso, quella di Maria di Màgdala e quella dei due discepoli di Emmaus: ci fa bene confrontarci con loro. Tommaso pone una condizione alla fede, chiede di toccare levidenza, le piaghe; Maria Maddalena piange, lo vede ma non lo riconosce, si rende conto che è Gesù soltanto quando Lui la chiama per nome; i discepoli di Emmaus, depressi e con sentimenti di sconfitta, giungono all’incontro con Gesù lasciandosi accompagnare da quel misterioso viandante. Ciascuno per cammini diversi! Cercavano tra i morti colui che è vivo e fu lo stesso Signore a correggere la rotta. E io che faccio? Quale rotta seguo per incontrare il Cristo vivo? Lui sarà sempre vicino a noi per correggere la rotta se noi abbiamo sbagliato.

Oggi viene rivolto anche a noi questo interrogativo. Tu, perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non ha più la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza, alla perfezione spirituale, alla giu­stizia, alla pace?

Ripetiamo questa frase dellangelo per averla nel cuore e nella memoria e poi ognuno risponda in silenzio: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Ripetiamola! Guardate fratelli e sorelle, Lui è vivo, è con noi! Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente! Lui è vivo! Non cerchiamo fra i morti colui che è vivo! Grazie. (23 aprile 2014)


  •  27 NOVEMBRE: Pensa quel che senti”, fai bene quel che pensi

 Si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori. E questo è molto importante. Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani. Ma, armoniosamente, cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti. Le tre lingue, armoniose e insieme! (10 maggio 2014)


  •  28 NOVEMBRE: Sempre in cammino

Lesortazione che il Signore ci rivolge per mezzo del profeta Gioele è forte e chiara: «Ritornate a me con tutto il cuore» (G12,12). Perché dobbiamo ritornare a Dio? Perché qualcosa non va bene in noi, non va bene nella società, nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare, di dare una svolta. E questo si chiama avere bisogno di convertirci! Ancora una volta ci è rivolto lappello profetico, per ricordarci che è possibile realizzare qualcosa di nuovo in noi stessi e attorno a noi, semplicemente perché Dio è fedele, è sempre fedele, perché non può rinnegare se stesso, continua ad essere ricco di bontà e di misericordia, ed è sempre pronto a perdonare e ricominciare da capo. Con questa fiducia filiale, saettiamoci in cammino! (5 marzo 2014)


ALLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH,

ESEMPIO DI EDUCAZIONE DEL CUORE

Gesù, Maria e Giuseppe

a voi, Santa Famiglia di Nazareth,

oggi, volgiamo lo sguardo

con ammirazione e confidenza;

in voi contempliamo

la bellezza della comunione nell’amore vero;

a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,

perché si rinnovino in esse

le meraviglie della grazia.

Santa Famiglia di Nazareth,

scuola attraente del santo Vangelo:

insegnaci a imitare le tue virtù

con una saggia disciplina spirituale,

donaci lo sguardo limpido

che sa riconoscere l’opera della Provvidenza

nelle realtà quotidiane della vita.

Santa Famiglia di Nazareth,

custode fedele del mistero della salvezza:

fa’ rinascere in noi la stima del silenzio

rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera

e trasformale in piccole Chiese domestiche,

rinnova il desiderio della santità,

sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione,

dell’ascolto, della reciproca comprensione

e del perdono.

Gesù, Maria e Giuseppe

voi con fiducia preghiamo,

a voi con gioia ci affidiamo.

27 ottobre 2013


MEDITANDO LA MIA SETTIMANA DI EDUCAZIONE DEL CUORE

La quarta settimana è dedicata alla riflessione sul rapporto tra il nostro cuore e la tradizione: noi non ci educhiamo da soli, ma siamo figli di un cammino di popolo, di Chiesa; siamo dentro un percorso di comunione che attraversa la sto­ria stessa delluomo. Abbiamo maestri e siamo o saremo maestri, ricordando che il vero maestro interiore è comunque e sempre Dio, in Cristo, che ci parla nel cuore e con il suo Verbo.

I sette inviti 

  1. Non dimenticare che leducazione nasce nella tua famiglia
  2. Coltiva unabitudine di condotta
  3. Non perdere la memoria, guida le tue utopie, discerni il presente!
  4. Ricevi la memoria da chi ti è maestro
  5. Non cercare i morti, cerca Colui che vive!
  6. Pensa quel che senti”, fai bene quel che pensi
  7. Sempre in cammino

LE MIE RIFLESSIONI