PRIMA SETTIMANA
COLTIVA IL TUO CUORE
“investire sull’educazione significa investire in speranza!”. (6 aprile 2014)
- 1 NOVEMBRE: Ricorda che l’amore è tenere d’esigente
Educare è un atto d’amore, è dare vita. E l’amore è esigente, chiede di impegnare le migliori risorse, di risvegliare la passione e mettersi in cammino con pazienza insieme giovani. L’educatore nelle scuole cattoliche deve essere anzitutto molto competente, qualificato, e al tempo stesso ricco di umanità, capace di stare in mezzo giovani con stile pedagogico, per promuovere la loro crescita umana e spirituale. I giovani hanno bisogno di qualità dell’insegnamento e insieme di valori, non solo enunciati, ma testimoniati. La coerenza è un fattore indispensabile nell’educazione dei giovani. Coerenza! Non si può far crescere, non si può educare senza coerenza: coerenza, testimonianza. (13 febbraio 2014)
Mi viene in mente il logo della Commissione della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza aveva a Buenos Aires: il logo della Sacra Famiglia sopra un asinello che scappa in Egitto per difendere il Bambino. A volte per difendere, è necessario scappare; a volte è necessario fermarsi per proteggere; a volte è necessario combattere. Però sempre bisogna avere tenerezza. (11 aprile 2014)
- 2 NOVEMBRE: Per educare un figlio ci vuole un villaggio!
La scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E la scuola non è un parcheggio. È un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. È un luogo di incontro. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. E questo è fondamentale proprio nell’età della crescita, come un completamento alla famiglia.
La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi “socializziamo”: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti.
Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello: ”Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Per educare il ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: per educare un figlio ci vuole un villaggio! Insieme! Per educare un figlio ci vuole un villaggio! E pensate a questo. (10 maggio 2014)
- 3 NOVEMBRE: Sii anche tu “compagnia di Gesù”
Vorrei dirvi anzitutto una cosa che si riferisce a Sant’Ignazio di Loyola, il nostro fondatore. Nell’autunno del 1537, andando a Roma con il gruppo dei suoi primi compagni si chiese: se ci domanderanno chi siamo, che cosa risponderemo? Viene spontanea la risposta: “diremo che siamo la ‘Compagnia di Gesù’!”. Un nome impegnativo che voleva indicare un rapporto di strettissima amicizia, di affetto totale per Gesù di cui volevano seguire le orme. Perché vi ho raccontato questo fatto? Perché sant’Ignazio e i suoi compagni avevano capito che Gesù insegnava loro come vivere bene, come realizzare un’esistenza che abbia un senso profondo, che doni entusiasmo, gioia e speranza; avevano capito che Gesù è un grande maestro di vita e un modello di vita, e che non solamente insegnava loro, ma li invitata anche a seguirlo su questa strada. (7 giugno 2013)
▪ 4 NOVEMBRE: Gesù sa comprenderti. Leggi sui segni!
Per essere magnanimi con libertà interiore e spirito di servizio è necessaria la formazione spirituale. La nostra vita è una risposta alla chiamata di Gesù E voi sarete felici e costruirete bene la vostra vita se saprete rispondere a questa chiamata. Sentite la presenza del Signore nella vostra vita. Egli è vicino a ognuno di voi come compagno, come amico, che vi sa aiutare e comprendere, che vi incoraggia nei momenti difficili e mai vi abbandona. Nella preghiera, nel dialogo con Lui, nella lettura della Bibbia, scoprirete che Lui vi è veramente vicino. E imparate anche a leggere i segni di Dio nella vostra vita. Egli ci parla sempre, anche attraverso i fatti del nostro tempo e della nostra esistenza di ogni giorno; sta a noi ascoltarlo. (7 giugno 2013)
- 5 NOVEMBRE: Perché non io?
Pensiamo a quegli uomini, a quelle donne, che conducono una vita difficile, lottano per portare avanti la famiglia, educare i figli: fanno tutto questo perché c’è lo spirito di fortezza che li aiuta. Quanti uomini e donne – noi non sappiamo i loro nomi – che onorano il nostro popolo, onorano la nostra Chiesa, perché sono forti: forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede. Questi nostri fratelli e sorelle sono santi, santi nel quotidiano, santi nascosti in mezzo a noi: hanno proprio il dono della fortezza per portare avanti il loro dovere di persone, di padri, di madri, di fratelli, di sorelle, di cittadini. Ne abbiamo tanti! Ringraziamo il Signore per questi cristiani che sono di una santità nascosta: è lo Spirito Santo che hanno dentro che li porta avanti! E ci farà bene pensare a questa gente: se loro fanno tutto questo, se loro possono farlo, perché non io? E ci farà bene anche chiedere al Signore che ci dia il dono della fortezza. (14 maggio 2014)
- 6 NOVEMBRE: Non essere vino annacquato!
È triste trovare cristiani “annacquati”, che sembrano il vino allungato, e non si sa se sono cristiani o mondani, come il vino allungato non si sa se è vino o acqua! È triste, questo. È triste trovare cristiani che non sono più il sale della terra, e sappiamo che quando il sale perde il suo sapore, non serve più a niente. Il loro sale ha perso il sapore perché si sono consegnati allo spirito del mondo, cioè sono diventati mondani. Perciò è necessario rinnovarsi continuamente attingendo la linfa dal Vangelo. E come si può fare questo in pratica? Anzitutto proprio leggendo e meditando il Vangelo ogni giorno, così che la parola di Gesù sia sempre presente nella nostra vita. Ricordatevi: vi aiuterà portare sempre il Vangelo con voi: un piccolo Vangelo, in tasca, nella borsa, e leggerne durante il giorno un passo. Ma sempre con il Vangelo, perché è portare la Parola di Gesù, e poterla leggere. (31 agosto 2014)
- 7 NOVEMBRE: Il tempo di Dio e del silenzio
Partecipando alla Messa domenicale, dove incontriamo il Signore nella comunità, ascoltiamo la sua Parola e riceviamo l‘Eucaristia che ci unisce a Lui e tra noi; e poi sono molto importanti per il rinnovamento spirituale le giornate di ritiro e di esercizi spirituali. Vangelo, Eucaristia e preghiera. Non dimenticare: Vangelo, Eucaristia, preghiera. Grazie a questi doni del Signore possiamo conformarci non al mondo, ma a Cristo, e seguirlo sulla sua via, la via del “perdere la propria vita“ per ritrovarla. “Perderla“ nel senso di donarla, offrirla per amore e nell‘amore – e questo comporta il sacrificio, anche la croce – per riceverla nuovamente purificata, liberata dall‘egoismo e dall‘ipoteca della morte, piena di eternità. (31 agosto 2014)
PREGHIERA A MARIA, MADRE DEL SILENZIO
Madre del silenzio,
che custodisce il mistero di Dio,
liberaci dall’idolatria del presente,
a cui si condanna chi dimentica.
Purifica gli occhi dei Pastori
con il collirio della memoria:
torneremo alla freschezza delle origini,
per una Chiesa orante e penitente.
Madre della bellezza,
che fiorisce dalla fedeltà al lavoro quotidiano,
destaci dal torpore della pigrizia,
della meschinità e del disfattismo.
Rivesti i Pastori di quella compassione
che unifica e integra:
scopriremo la gioia di una Chiesa serva,
umile e fraterna.
Madre della tenerezza,
che avvolge di pazienza e di misericordia,
aiutaci a bruciare tristezze, impazienze e rigidità
di chi non conosce appartenenza.
Intercedi presso tuo Figlio
perché siano agili le nostre mani,
i nostri piedi e i nostri cuori:
edificheremo la Chiesa con la verità nella carità.
Madre, saremo il Popolo di Dio,
pellegrinante verso il Regno. Amen.
(23 maggio 2013)
MEDITANDO LA MIA SETTIMANA DI EDUCAZIONE DEL CUORE
L‘educazione interiore è un tema centrale non solo nella predicazione di papa Francesco, ma nella stessa secolare tradizione cristiana: il richiamo alla “formazione ignaziana” ne è un piccolo ma significativo esempio. In questa prima settimana l’invito è a riflettere su quanto è importante non smettere mai di formarci interiormente, non semplicemente in solitudine, ma conoscendoci in comunione con gli altri. Riprendiamo, dunque, il settenario degli inviti e prendiamoci il tempo per mettere per iscritto le riflessioni che ci hanno accompagnato in questi giorni.
I sette inviti
- Ricorda che l’amore è tenero ed esigente
- Per educare un figlio ci vuole un villaggio!
- Sii anche tu “compagnia di Gesù“
- Gesù sa comprenderti. Leggi i suoi segni!
- Perché non io?
- Non essere vino annacquato!
- Il tempo di Dio e del silenzio
LE MIE RIFLESSIONI